Un work in progress che ha portato ogni volta alla realizzazione di una performance in cui è stata data vita alle energie, ispirazioni che il luogo, la sua memoria hanno trasmesso.
Nella Trilogia del ritorno (Castello di Lerici-1995,castello di Portovenere 1996, Castello di Malgrate 1997), il castello luogo denso di memoria è contenitore del tema del ritorno, della ripetizione nel tempo di luoghi dell’anima, del ritorno di luoghi interiori:” l’idea circolare del tempo ci parla dell’eterno ritorno dell’essere…per questo abbiamo scelto il castello, regno del simbolico, così antico da perdere dentro di sé il senso del tempo, per questo luogo del ritorno.
Parallelamente il corpo come un antico castello è sede di vissuti remoti e danzando, troviamo parti a noi stessi sconosciute : il Botoh come la danza espressionista è allora una danza dell’essere, dei suoi aspetti in trasformazione, è ina danza del divenire.” (dal catalogo de “Il giorno del ritorno al mare”, 1996)
Il Labirinto(Castello di Aulla e Fosdinovo) è inteso come un percorso nell’immaginario, in cui labirinti di miti e leggende si intersecano ai labirinti che sono dentro di noi, il pubblico e i danzatori nelle vesti di Teseo o il Minotauro: ricercatori attivi o vittime del labirinto.